La galleria

“Sono antica perché appartengo al tempo, contemporanea perché appartengo alla mia storia.”

Co.R.E.Gallery nasce in una sala del 1500 – come si evince dal pavimento giallo ‘limone’- accanto alla Basilica di San Paolo Maggiore.

Quest’ ultima sorge sui resti dell’antico Tempio dei Dioscuri. Il Tempio venne probabilmente costruito inizialmente all’epoca della fondazione della città,come sembra provato dai resti di fondazioni attribuite al V secolo a.C., e fu dedicato ai Dioscuri, Castore e Polluce.

Fu ricostruito nella prima età imperiale,probabilmente sotto Tiberio (14-37 d.C.), nel quadro di una nuova sistemazione urbanistica dell’area del foro napoletano. Il tempio tra l’VIII e il IX secolo venne poi inglobato nella chiesa di San Paolo,conservando inalterata la facciata. Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento la chiesa,inserita nel convento istituito da san Gaetano di Thiene,fu ricostruita da Francesco Grimaldi, sempre lasciando in facciata l’antico pronao del tempio.

Il ritrovamento del muro romano ( opus reticulatum) ancora visibile nella parete frontale della galleria ha permesso di ricostruire in parte la storia del luogo.Pare infatti che la sala sorga sull’ adyton (la camera del tesoro sul retro della cella) risalente al V secolo a.C. L’adyton (in greco Ἄδυτον , letteralmente «luogo in cui non è possibile entrare») era, nell’architettura dei templi greci e romani,uno spazio precluso ai fedeli e riservato agli officianti del culto per funzioni specifiche per lo più religiose. Generalmente la statua della divinità era collocata nella cella (naos) -la principale camera interna del tempio-, ma, in taluni casi, poteva trovarsi invece nell’adyton.

Normalmente questa sala era situata posteriormente al naos, più spesso senza una rigida separazione da quest’ultimo, ma incassata al suo interno; più raramente,invece,come probabilmente nel caso del Tempio dei Dioscuri, l’adyton poteva essere una camera sotterranea.

In questa sala c’è una sovrapposizione di storia, mito, archeologia, materiali, che corrisponde, in un parallelismo, non troppo forzato, anche alla stratificazione delle varie epoche nel centro storico della città di Napoli, dalle origini ad oggi. Essa è parte di una successione di stratificazioni urbanistiche che partendo dal periodo greco, attraverso quello romano, rinascimentale e barocco è giunto sino ai nostri giorni, conservando intatto il fascino della materia. Tempo sul tempo.

Non esistono confini netti e invalicabili. L’arte può arrivare ovunque e venire da ovunque,anche in e da questa stanza che è contrasto assoluto: intimità e distacco.L’ intimità tra l’opera d’arte contemporanea e lo spettatore; il distacco (apparente) tra essa e il contesto,tutt’altro che contemporaneo,in cui viene ad inserirsi.

Ci si innamora dell’arte come ci si innamora degli uomini improvvisamente, acriticamente, senza pensare al dolore, allo stupore, alla gioia, allo sconvolgimento, all’emozione che porterà.